Investi in criptovalute? Ecco l’unità di misura nascosta che determina i tuoi guadagni

Investire in criptovalute significa entrare in un ecosistema complesso dove, oltre al prezzo dei token e alla loro volatilità, esistono altre unità di misura fondamentali che determinano il successo o meno dei propri guadagni. Uno degli aspetti meno discussi ma di estrema importanza è la misurazione della redditività effettiva degli investimenti: senza una comprensione profonda di queste metriche, risulta difficile valutare se una strategia sia stata realmente vincente nel tempo.

ROI, la Bussola del Profitto nelle Criptovalute

Tra le unità di misura più rilevanti quando si parla di investimento in criptovalute spicca il ROI (Return on Investment), ossia il ritorno sull’investimento. Questo parametro rappresenta il rendimento percentuale ottenuto rispetto al capitale inizialmente investito. In pratica, il ROI permette di valutare l’efficacia di un acquisto, confrontando il profitto conseguito alla spesa iniziale: se hai acquistato una criptovaluta e poi l’hai venduta in seguito a una crescita di prezzo, con questa formula puoi quantificare il guadagno reale.

Il calcolo è essenziale anche nella fase di analisi preventiva: prima di acquistare, saper stimare il potenziale ROR (Rate of Return) consente di comparare varie opportunità nel mercato delle criptovalute e scegliere quella con il miglior bilancio rischio/beneficio.

Per esempio, chi avesse acquistato Bitcoin nel 2014, quando il prezzo era intorno ai 100 dollari, e lo avesse venduto nel 2021 a circa 47.500 dollari, avrebbe ottenuto un ROI pari a +47.400%, cifra che rende immediatamente la portata della crescita degli ultimi anni e mette in prospettiva le potenzialità (ma anche i rischi) dei mercati digitali.

Capitalizzazione di Mercato: la Dimensione che Conta

Un altro indicatore imprescindibile per valutare la solidità e la posizione di una criptovaluta rispetto al panorama globale è la capitalizzazione di mercato. Quest’ultima si calcola moltiplicando il prezzo di ciascuna moneta per il numero totale di monete in circolazione. Risultato: una misura della “grandezza” economica di un progetto cripto.

La market cap aiuta a capire quali sono gli asset più forti e considerati stabili, e quali invece sono piccoli progetti a maggiore volatilità e rischio. Questa unità di misura viene usata per classificare le criptovalute, come avviene costantemente per Bitcoin o Ethereum, che da anni dominano le prime posizioni, seguite a grande distanza dai token minori.

  • Permette di confrontare tra loro diversi asset, indipendentemente dal prezzo unitario del singolo token.
  • Consente di evidenziare la crescita o la decrescita della fiducia degli investitori in un determinato progetto nel tempo.
  • Aiuta a valutare la resilienza di una criptovaluta durante momenti di crisi del mercato: le big cap tendono a perdere meno valore percentuale rispetto alle small cap nei periodi di ribasso.

Ad esempio, la market cap di Ethereum ha raggiunto cifre nell’ordine delle decine di miliardi di euro, mentre molti token emergenti restano nell’ordine di milioni. La posizione nella classifica per capitalizzazione restituisce quindi un’istantanea sulla solidità e sulle prospettive future di ciascuna crypto.

Plusvalenza e Fiscalità: Quanto Rimane in Tasca

Un aspetto spesso trascurato, ma determinante nei guadagni netti da criptovalute, riguarda la fiscalità e la plusvalenza. In Italia, la disciplina fiscale delle cripto-attività è estremamente chiara: ogni volta che si effettua una vendita, una conversione in valuta fiat (euro, dollaro, ecc.) o si utilizza la crypto per acquistare beni o servizi, si genera una plusvalenza. La differenza tra il valore d’acquisto e quello di vendita costituisce una base imponibile sulla quale lo Stato applica un’aliquota, attualmente fissata al 26% per i privati su proventi oltre i 2.000 euro.

La conoscenza di questa proporzione è indispensabile per stimare il guadagno reale che rimarrà effettivamente a disposizione dell’investitore. Non si tratta solo di saper scegliere l’asset vincente, ma anche di avere la consapevolezza che su una plusvalenza di 10.000 euro, ben 2.600 andranno versati all’Erario.

  • Ogni transazione che si traduce in incremento di valore rispetto al prezzo di carico è considerata tassabile.
  • Le cessioni in euro, ma anche i pagamenti in beni o servizi tramite criptovaluta, sono valutate fiscalmente come realizzo di un valore.
  • La tassazione riguarda solo le plusvalenze complessive superiori a 2.000 euro all’anno.

Pianificare la propria attività crypto, anche in ottica fiscale, è dunque la vera unità di misura occulta che determina l’effettivo margine di profitto al netto delle imposte.

Indicatori Nascosti: Dominance e Distribuzione della Liquidità

Oltre agli indicatori già descritti, ce ne sono altri più tecnici che, sebbene meno evidenti all’investitore alle prime armi, sono altrettanto fondamentali. Uno fra questi è la Bitcoin Dominance: rappresenta la percentuale della capitalizzazione di mercato occupata da Bitcoin rispetto al totale delle criptovalute. Se la dominance di Bitcoin è superiore al 60%, significa che la maggior parte della liquidità del settore è concentrata su Bitcoin, a discapito delle altre crypto. Analizzare questo dato aiuta a capire se sia un buon momento per investire su altcoin o se sia preferibile concentrarsi sul leader indiscusso.

Inoltre, la liquidità di una criptovaluta – la facilità con cui può essere convertita in valuta fiat senza incidere significativamente sul prezzo – è una delle unità di misura più sottovalutate. Senza sufficiente liquidità, si rischia di non poter disinvestire i propri asset in tempi rapidi o, peggio, di doverlo fare a un prezzo sfavorevole.

Altri indicatori chiave

  • Volume degli scambi: misura gli scambi effettuati in un determinato intervallo temporale, segnalando l’interesse degli investitori.
  • Comportamento delle balene (whales): analizza i movimenti dei grandi detentori di crypto che possono influenzare con facilità i prezzi dell’asset.
  • Distribuzione del token: fondamentale per capire se il rischio di concentrazione nelle mani di pochi soggetti è elevato, con possibili manipolazioni di prezzo.

In conclusione, investire in criptovalute significa saper leggere e comprendere non solo i movimenti di prezzo, ma anche tutte quelle unità di misura nascoste che determineranno il successo a lungo termine: ROI, capitalizzazione di mercato, dominance, liquidità e discipline fiscali. Solo la consapevolezza e la padronanza di questi strumenti consentono di diventare investitori davvero competenti nel mondo delle crypto, evitando illusioni di facili guadagni e costruendo una strategia robusta nel tempo.

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